Le inchieste
In Italia diecimila cittadini-fantasma, scomparsi nel nulla e irrintracciabili
Rapporto del MInistero dell’Interno; nel 2024, oltre 24mila denunce di scomparsa. Sono circa 14mila le persone ritrovate

C’è chi, all’improvviso, in Italia, scompare nel nulla. Irrintracciabile, senza un contatto o una segnalazione, senza un segno di vita. Un fenomeno che, anch’esso, è sottotraccia, latente, quasi invisibile per chi continua a vivere la propria routine quotidiana. Ma, in realtà, rappresenta un segnale importante rispetto a due binari paralleli: uno è quello che corre lungo l’ipotesi peggiore, quello della criminalità, della delinquenza, della violenza; l’altro, invece, è quello del disagio sociale, dell’estraneità percepita verso il mondo e le sue regole che porta spesso qualcuno a volersi eclissare.
Un vero e proprio esercito di scomparsi che, secondo la Relazione annuale relativa al 2024 e appena pubblicata dal Ministero dell’Interno, ha raggiunto, l’anno scorso, ben 24.705 unità con altrettante denunce di scomparsa. Di questi cittadini-fantasma, grazie al lavoro di ricerca e investigazione delle forze dell’ordine, sempre nel 2024, sono 14.628 quelli ritrovati (un 13,7% in più rispetto alla media di ritrovamenti di sempre). Un dato positivo e incoraggiante, ma che lascia comunque l’amaro in bocca e un senso di impotenza se si pensa che, invece, sono 10.777 coloro che restano al momento solo ombre da inseguire col ricordo e un briciolo di speranza per tantissime famiglie. Un’angoscia che va ben oltre le statistiche e le leggi dei numeri.
Dalla relazione ministeriale emerge, inoltre, in questo scenario, sia ancora rilevante l’incidenza dei cittadini stranieri, la cui scomparsa nel 2024 ha riguardato il 58,6% delle denunce, con una percentuale ancora più alta tra i minorenni, che rappresentano il 72,7% dei casi tra gli under 18.
Volendo vedere il lato più ottimistico del problema, c’è stato un miglioramento dei dati delle denunce e dei ritrovamenti che è riconducibile, secondo l’analisi sviluppata dall’Ufficio del Commissario, a diversi fattori tra i quali “il rafforzamento delle tecniche di ricerca, l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione e l’attenzione crescente verso le fasce più vulnerabili, minori, anziani, persone con disabilità cognitive. A ciò si aggiungono i benefici derivanti e ulteriormente attesi dai processi di digitalizzazione in corso e dalla diffusione dei protocolli regionali per l’identificazione delle persone decedute senza identità”.