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Calcio “malato”, Fagioli sulle scommesse: “Ho pagato il mio debito con la giustizia”
Il calciatore: “Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa”

Il calcio italiano (ma non solo) è ancora malato. Tra le tante distorsioni del sistema, tra procuratori e offerte da capogiro che lasciano perplessi mentre molte società sono letteralmente in ginocchio o appese a un filo, la piaga di questo momento critico per il mondo della pedata pallonara è ancora quella delle scommesse illegali da parte di calciatori, tesserati, uomini di sport infilatisi in un tunnel che sembra senza uscita.
Un caso che si riapre, in queste ore, dopo che sono emersi i nomi di giocatori nell’elenco stilato da chi guida le indagini su questo aspetto. Nomi di calciatori noti, della serie A nostrana, che avrebbero scommesso sugli eventi sportivi. E, qualcuno, anche sul calcio e sul campionato che li vede anche scendere in campo. Ma al riaccendersi di questo refrain, c’è chi dice basta. E’ il caso di Nicolò Fagioli, oggi alla Fiorentina e, fino a qualche mese fa, nella rosa della Juventus.
“Ho pagato il mio debito con la giustizia – ha scritto in queste ore il calciatore – Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta. Ho sopportato il peso di aver commesso qualcosa di brutto. Di aver deluso tutte le persone che credevano in me”.
“Ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia, ma non è una giustificazione”
“Ormai non è certo una novità: senza alcun vittimismo, ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia e questa non è assolutamente una giustificazione – prosegue – Ma vedere ora tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi. No, stavolta tutto questo non è giusto. Ho sbagliato, ho pagato, senza aver fatto male a nessuno se non a me stesso e alle persone accanto a me. E come ogni persona che sbaglia e paga, ho tutto il diritto di rialzarmi. Tutti, anche chi scrive oggi, possono cadere e commettere errori. L’importante è saperlo riconoscere e credo che la forza di un uomo stia nel sapersi rialzare. Avevo 19 anni all’epoca dei fatti e la ludopatia aveva preso il sopravvento su di me. Me ne sono pentito, ma la vita mi ha dato una seconda opportunità e la vorrei cogliere, avendo già scontato tutto ciò che dovevo scontare”.
“Chiedo rispetto adesso, – conclude Fagioli – dopo aver affrontato un processo e aver preso una giusta condanna. Chiedo scusa a tutti i colleghi, a tutti gli amici che, a causa dei miei errori si trovano, loro malgrado coinvolti o nominati – anche se solamente in una riga di giornale – in questa situazione solo per avermi aiutato. E ringrazio la Fiorentina, la Juventus, gli amici e la mia famiglia, che non hanno mai smesso di supportarmi e aiutarmi in un momento difficile. Anche se li ho sicuramente delusi. Non ritornerò più sull’argomento, adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo”.