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Attualità

L’incredibile pasticcio degli autovelox: non sono omologati e i cittadini vincono i ricorsi

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Un vero e proprio paradosso tutto all’italiana quello che riguarda l’affaire autovelox su tutto il territorio nazionale. Dopo l’arrivo del nuovo codice della strada per regolamentare tutto lo scenario sul fronte del traffico e degli automobilisti, arrivato nel dicembre scorso, si è stagliato all’orizzonte un gigantesco punto interrogativo sulla legittimità e regolarità dell’utilizzo dei dispositivi elettronici per il controllo della velocità. Una sorta di corto circuito è venuto a crearsi, infatti, col fatto che proprio il nuovo cardine normativo in materia ha ribadito l’obbligo di poter utilizzare per le rilevazioni soltanto autovelox omologati. E non, come accade ovunque, in tutta Italia, semplicemente autorizzati.

Un vero e proprio sgambetto, dunque, a tutti gli enti che hanno sempre utilizzato, anche (intenzionalmente o meno) per rimpolpare i bilanci, e stanno continuando a servirsi di dispositivi senza omologazione, bensì solo autorizzati. Con un’impennata di ricorsi vinti dai cittadini multati grazie agli autovelox non in regola sulla scorta non di una, ma di ben 5 sentenze delle Corti di cassazione. Di cui diversi anche con annullamento da parte di alcuni prefetti, oltreché dai giudici di pace.

Un pasticcio a cui ora si sta cercando di rimediare con la volontà manifestata dal ministro Salvini (promotore del nuovo codice della strada) di arrivare alla definizione e poi all’avvio di procedure autorizzatorie che possano consentire di omologare gli apparecchi e che attualmente, invece, ad oggi non esistono. Ma, nel frattempo, c’è chi nonostante tutto continua a posizionare questi diabolici strumenti di rilevazione forse fingendo che il problema dell’omologazione non esista. In barba alle normative vigenti.

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1 Comment

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  1. Luca Marcolini

    23 Marzo 2025 at 23:21

    p

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